Abbiamo testato sul campo i Surly ExtraTerrestrial 29 x 2.5
Nel mondo del bikepacking si parla molto spesso di bici, borse, gps e attrezzatura da campeggio, tralasciando a volte una parte essenziale del nostro equipaggiamento: gli pneumatici.
Sono loro il nostro punto di contatto con la strada che andremo a percorrere ed affidiamo alla loro resistenza buona parte della nostra avventura, soprattutto quando la bici è carica e i sentieri si fanno più infidi.
Surly, con gli ExtraTerrestrial, aveva già dato prova nel mondo delle 26 pollici di aver creato un ottimo pneumatico destinato all’off-road e a macinare chilometri in sicurezza. Con la versione da 29 pollici è giunta nel nuovo millennio, dove la maggior parte delle bici da bikepacking adotta questo standard.
Gli ET già al primo impatto ci hanno lasciato capire di che pasta sono fatti, alla bilancia segnano poco più di un chilogrammo. Il peso può sembrare eccessivo ma è giustificato dalle molteplici tecnologie antiforatura presenti nel pneumatico. Abbiamo infatti una fascia in kevlar che scorre sotto il battistrada e una protezione di nylon aggiuntiva sui fianchi, soluzioni che garantiscono in caso di taglio una ridotta propagazione del danno.
Il tutto unito ad una carcassa a 60 tpi tende a creare un pneumatico robustissimo.
Abbiamo montato le nostre gomme ExtraTerrestrial su cerchi NoTubes Bravo Carbon con canale interno da 26mm, in maniera tale da farle lavorare al meglio, come da indicazioni della stessa Surly.
La latticizzazione è avvenuta senza problemi, al punto che la gomma teneva la pressione ancora prima di inserire il lattice.
Il battistrada fin da subito ci dà la sensazione di scorrevolezza, che verrà confermata dalle prove sul campo. I tasselli poco pronunciati permettono alla gomma di rotolare con estrema facilità. Su strade bianche, sentieri battuti e ovviamente asfalto, si va’ via veloci e con un’ottima tenuta laterale.
Su sentieri più tecnici gli ET non ci hanno deluso, la trazione non manca a patto di trovare il giusto compromesso sulla pressione di gonfiaggio.
Gli ExtraTerrestrial infatti danno la sensazione di avere a disposizione un volume d’aria maggiore di quello che una sezione da 2.5 mette normalmente a disposizione, quasi andando a spaziare nel mondo delle 29+.
Con pressioni di 1.3/1.5 bar (Surly indica pressioni comprese tra 15 e 30 PSI) questo è un bel vantaggio, soprattutto a bici carica (siamo arrivati ai 22 kg in ordine di marcia). Il comfort non manca, i chilometri scorrono veloci e quando decidiamo di giocare un po’ con la bici in discesa, le gomme non ci tradiscono.
Le abbiamo testate anche per capire come si comportano in riferimento a quello che ci sembrava un loro grande limite, il fango. Perché può capitare che una o più tappe del nostro viaggio siano accompagnate dalla pioggia, e così è stato anche per noi. Una giornata di provvidenziale meteo avverso ha reso le strade abbastanza impegnative da fornirci la risposta che cercavamo. Qui ci siamo dovuti ricredere in parte dei dubbi iniziali. Premesso che gli ET non nascono per i terreni fangosi, durante la prova non ci sono stati accumuli di fango tra i tasselli, scaricandolo facilmente. Il limite si è mostrato sulla trazione in zone molto fangose, dove la tassellatura poco pronunciata non riusciva a scavare abbastanza alla ricerca del duro sottostante.
Se non siete alla ricerca di pneumatici dalla leggerezza esasperata o mud-addicted e cercate una gomma onesta, che vi faccia nel limite del possibile dimenticare il problema delle forature o dei tagli, i Surly ET sono sicuramente una ottima scelta da prendere in considerazione.
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