Sì, in quel senso
Pedalare, mangiare, bere e fare foto sono tutte attività tipiche dei viaggi in bici, ma si parla molto poco della forse più naturale delle attività per gli esseri viventi: “emettere” i nostri rifiuti biologici, ovvero fare la cacca e la pipì. Potrebbe sembrare una questione sciocca, ma in realtà ha un grande impatto ambientale.

Perché è importante preoccuparsene
Per chi è dotato di genitali maschili, urinare non sembra mai essere un grande problema. Ci si ferma sul ciglio della strada, si appoggia la bici e si libera. Tuttavia, non è così semplice per chi non ha questa fisiologia, e rimane comunque il grande problema di cosa succede dopo.
Il primo problema è l’acqua. L’urina e le feci, essendo materiali di scarto, sono degli inquinanti che possono danneggiare le riserve idriche a lungo termine. Sebbene fare pipì in un lago una volta non crei problemi, è la somma collettiva di tutti le persone che lo fanno il vero problema.
Per questo motivo, è importante farlo lontano da specchi d’acqua e da punti dove si mette giù la tenda, per lo meno a 70 passi di distanza.
La seconda parte è importante per un’altra ragione: il rispetto per gli altri che verranno dopo di te.
La Numero 1
La nostra urina è ricca di sale, che per qualche animale è una componente molto attrattiva a livello alimentare. Le capre in particolare ne sono molto ghiotte.
In percorsi dove nel corso dell’anno passano molti ciclisti o escursionisti, una quantità di urina ingente può cambiare il comportamento degli animali. Avvertendo la presenza di sale, le capre e altre bestie possono concentrarsi su un punto specifico e distruggere piante e l’ecosistema circostante.
Anche se sembra un’esagerazione, è importante pensare alla somma delle azioni di tutte le persone, non solo alla nostra singola.
Per questo, è consigliabile fare pipì su rocce, pigne e altri materiali duri e magari “sciacquare” il tutto con dell’acqua per diminuire la salinità e quindi l’attrattività di quel punto specifico.
E la Numero 2
Gli escrementi umani sono una vera e propria bomba per l’ambiente.
Tieni in considerazione che da ormai un secolo mangiamo sempre meno cibo naturale. Quasi tutta la nostra alimentazione è fatta da materiali processati più e più volte (anche per la nostra sicurezza) e che non si trovano, in quella stato, nella natura. Ciò può creare grandi problemi al terreno e attirare animali in modo non naturale.
In un ecosistema naturale, la nostra cacca non ha posto. Gli escrementi sono anche dei segnali importanti per gli animali e per capire le posizioni di predatori ed erbivori. Inserendo un elemento sconosciuto, si mette un qualcosa di estraneo che può causare problemi all’equilibrio di un territorio.
Ovviamente, la cacca equivale a batteri. Essendo il materiale di scarto per eccellenza, le nostre deiezioni contengono anche microorganismi che possono essere nocivi sia per gli esseri viventi che per l’ecosistema.
Quindi, come fare?
La carta igienica, anche se biodegradabile, dovrebbe essere usata il meno possibile. Il tempo di decomposizione della carta è comunque molto elevato e potrebbe attirare animali che scavano per trovare questo elemento estraneo al loro ambiente.
Nella maggior parte dei territori italiani, è vietato sotterrare (e quindi lasciare nell’ambiente) la carta igienica, essendo un rifiuto al pari di un sacchetto di immondizia.
E quindi? Devi metterla in un sacchetto e portarla via. Può sembrare schifoso, ma è l’unico metodo per non inquinare. Ci sono dei sacchetti appositi, ma qualsiasi sacchetto zippato può essere utilizzato. Tieni presente che dovrai disfarti di questo sacchetto in maniera opportuna.
Ma dove si “evacua” praticamente?
Ci sono molte tecniche più o meno fattibili per fare la cacca in natura. La prima, e più semplice, è programmare delle tappe. Anche se non possiamo prevedere precisamente l’ora in cui ci arriverà la chiamata, possiamo prevedere quando potrebbe giungere. Programmando le tappe con punti bar o in strutture, possiamo strutturare l’invenzione più importante degli ultimi 200 anni: le fognature.
L’altra tecnica base è quella di fare un buco nel terreno. Le linee guida dicono di essere lontani da corsi d’acqua, su un terreno morbido e su cui batte la luce del sole. Scavando un buco (come fanno i gatti) profondo circa 10 centimetri e coprendo per bene, ridurremo l’impatto delle nostre feci sull’ambiente.
Igiene
Consigliamo di portarsi dietro delle salviette sanificate, ma di usarle solo quando non ci sono altre soluzioni. Queste sono infatti il male assoluto, dato che non sono affatto riciclabili. Essendo imbevute di liquido alcolico e trattate chimicamente, una volta usate le salviette finiranno in discarica.
Ti consigliamo di trovare un sapone veramente naturale e senza additivi aggiunti. Il sapone “normale” è pieno di sostanze chimiche che non dovrebbero finire nell’ambiente.
Anche se trovi un sapone naturale, usalo con grande parsimonia quando sei in ambienti naturali.