“ Viaggiare in bici in un’avventura fra due punti, senza altro motivo che viaggiare, senza conoscere ciò che sta i punti e senza altro obbiettivo che scoprirlo, è modo meravigliosamente puro e gratificante di passare il Tempo”. Joshua Cunningham
Testo e foto di Fabio Barboni
Un piccolo incidente domestico accaduto a mia moglie, la conseguente impossibilità di allontanarmi anche per un overnight nella settimana ferragostana come pure di partire per fare qualche escursione fuori porta con bici e famiglia al seguito, mi hanno portato a cercare un pò di avventura in un luogo a me sempre congeniale: la libreria; dopotutto se non possiamo sfuggire alla routine con le gambe e due ruote possiamo sempre farlo per l’immaginazione. In libreria appunto, accanto allo scaffale delle guide stradali e turistiche vedo spuntare un libro che per il titolo non può non destare la mia attenzione: Joshua Cunningham Viaggiare in bicicletta – Ciclismo d’avventura, bikepacking e turismo fuori strada; lo prendo tra le mani chiedo a Roberto (il mio libraio di fiducia n.d.r.) se posso togliere il cellophane e ovviamente mi fa cenno di si, di fatto la non è la copertina, bellissima ma banale di un ciclista che attraversa un passo montano che potrebbe essere l’Asia o il sud America, ad incuriosirmi quanto il retro della copertina con disegnate in maniera fumettosa e stilizzata quattro tipi di bici in assetto da viaggio: spedizione, cicloturismo e bikepacking.
Tolto velocemente l’involucro di plastica, ho dato uno sguardo all’impaginazione: tantissime foto
di ottimo livello con rispettive didascalie, numerosi inserti monotematici relativi al tipo di bici e
attrezzi più adatti per affrontare i principali tipi di ambiente che un ciclo turista o bikepacker
potrebbe trovarsi ad affrontare durante un viaggio e un bel testo da leggere che sembra un diario:
25 euro …lo compro!
Arrivato a casa, come accade sempre per ogni libro che ho letto sin da quando sono bambino,
inizio a leggere finché non sento qualche parte del corpo che inizia ad intorpidirsi, di fatto
nonostante lo abbia acquistato il 13 agosto sono qui il 15 a scriverne la recensione, non è
comunque lunghissimo un centinaio di pagine.
I capitoli del libro
Il libro è suddiviso in 5 capitoli che prendono il nome dai principali tipi di ambiente (foresta,
montagna, deserto, tropici e città) che ogni avventuriero su due ruote si troverà ad affrontare
sicuramente una volta in sella verso la meta prestabilita, con tutto ciò che ne consegue in termini
di esperienze, clima, difficoltà e rapporti interpersonali.
Questa suddivisione inoltre è funzionale al racconto dell’autore Joshua Cunnigham, poiché
descrive la varietà di luoghi, persone panorami ed esperienze provate durante la sua avventura di
un anno, lunga 21.000 km che lo ha portato dal Regno Unito sino ad Hong Kong, attraversando
prima le foreste dell’Europa Centrale dalla Germania all’Azerbaigian, poi i deserti dal Kazakistan
sino al Tagikistan, ancora le montagne dell’Hymalaia attraverso la Karakoram Highway ed infine
tropici dalla città di Shimala in India sino al territorio di Gungzhou in Cina; il raccontanti si
conclude trattando del rapporto del ciclista con i centri urbani, dalle piccole città di frontiera sino
a quelle caotiche, inquinate, enormi e sovraffollate del sud est asiatico come Daka, Nuova Delhi e Hong Kong dove termina il viaggio.
Ogni capitolo del racconto è poi arricchito da piccoli inserti monotematici illustrati da sketch in
bianco e nero con consigli pratici sul tipo di bici più congeniale al tipo di ambiente ( bici
tradizionale, Mountain Bike, Fat Bike, Bici da spedizione, Bici da “trail” o viaggio veloce come
porterebbe esserlo la NC4000 la Transcontinental Race) attrezzature, bagagli, visti, abbigliamento
e fondamentali di viaggio: dalla camera d’aria allo spazzolino da denti non dimenticando
smartphone e dispositivi elettronici.
Conclusione
Consiglio a tutti di avere questo libro in biblioteca, l’autore senza volerlo o forse era questo
l’intenzione conclude facendo il punto sull’evoluzione del ciclismo escursionistico o di avventura
iniziato in maniera pionieristica da Thomas Stevens, che nel 1884 partì con l’idea di attraversare il
selvaggio west da San Francisco a Boston, continuando poi fino in Giappone per altri due anni
dopo 20.000 km di viaggio, passando per il più tranquillo cicloturismo sino ad arrivare al
bikepacking ultra leggero delle corse transcontinentali, ultima frontiera di una evoluzione che
nonostante sub categorie di viaggiatori (dai tradizionalisti con le borse laterali utlracariche ai
bikepacker agonisti) di biciclette, di borse, distanze e percorsi fa si che tutta questa varietà di
soggetti e oggetti che gravitano intorno al mondo del ciclismo di avventura non possano e forse
non devono essere in nessun caso essere o sentirsi confinati in una categoria ben definita.
Infatti, guardando altri ciclo viaggiatori con le Brompton e le borsette da bikepacking partire verso una nuova avventura, seduto sulla sua Surly carica di borse da viaggio laterali e distrutta dopo il viaggio, gli appare chiaro che solo “fondendo insieme idee, bici, bagagli e destinazioni, pur mantenendo la stessa mentalità dell’esploratore su due ruote, la comunità sta evolvendo e maturando, portando il proprio ambiente a sempre maggiore altezze.”
Buona lettura.
Viaggiare in Bicicletta di Joshua Cunningham, Edizioni LSWR 2018 Ed Originale Escape by bike: aadventure Cycling, Bikepacking and Touring Off-Road. Thames & Hudson LTD