Finalmente sono riuscito a testare una fatbike durante il viaggio in Corsica. Sono riuscito quindi a provarla sia come bici per un utilizzo MTB classico che come bici da bikepacking.
La bici provata è stata la seguente:
- telaio, forca e mozzi AEKO;
- dinamo al mozzo;
- monocorona 26 x 42;
- trasmissione sram X9;
- Surly Larry da 3.8;
- cerchi sia da 65mm che da 80 mm.
Una cosa è certa, andando in giro con una bici come questa non passerete inosservati! Sono stati veramente pochi quelli che non si sono girati al mio passaggio. Molti mi hanno fermato e hanno chiesto informazioni; c’è molto interesse per queste maggiorate.
Impressioni di guida
La primissima sensazione che si prova quando si pedala una fatbike è di farlo a “gambe larghe”. La scatola del movimento centrale che solitamente è di circa 70 mm in una MTB risulta invece di 100 mm sulla fatbike.
La larghezza dei copertoni è impressionante se paragonata ad un copertone da MTB classico. Quando si pedala sull’asfalto genera un rumore poderoso e non c’è certo bisogno del campanellino per farsi sentire…
La giusta pressione delle gomme è un parametro essenziale per una fatbike. Sbagliato quello la bici diventa inguidabile. Se si gonfiano le gomme a 1,5 e si va sullo sterrato la bici diventa scomoda come se si guidasse una bici da strada, se invece si percorre una discesa su asfalto a gomme sgonfie ci si uccide alla prima curva visto che la bici tende ad andare dritta. E’ quindi indispensabile avere un po’ di tempo per prendere confidenza con il mezzo prima di farsi un’idea di cosa vuole dire andare a giro con una bici del genere.
fat bike a confronto con la 29″
Chi non ha mai provata una fatbike non potrà crederci ma su asfalto, con le gomme belle gonfie, la resa della bicicletta è di circa il 90% rispetto ad una 29” da xc. Scorre che è una meraviglia. La parte più critica è la partenza visto che c’è da mettere in moto l’enorme massa delle ruote. Una volta lanciata però è un treno!
Il vento contrario è una bella seccatura, la maggior sezione delle ruote si sente e la fatica per procedere è molto maggiore rispetto ad una bici da 29”.
Lo sterrato è il suo habitat naturale. Più diventa sconnesso e più la bici si sente a suo agio. Non c’è salita che non possa essere affrontata se non fosse che poi si sbattono i pedali sul terreno quando diventa molto sconnessa. Anche le salite più ripide diventano estremamente pedalabili. Con la giusta pressione delle gomme la bici diventa molto veloce (più di una 29”) visto che le asperità del terreno vengono filtrate dai pneumatici.
Il grosso volume d’aria delle coperture si sostituisce ad una sospensione anteriore e posteriore di circa 40 mm. Questo vuole dire che se si monta una forcella ammortizzata da 100 mm è come se si avesse una forca da 140 mm…..
In discesa c’è da prenderci la mano. Le ruote sgonfie non consentono una guida molto precisa con rapidi cambi di direzione, quando si trova un ostacolo meglio passarci sopra invece di aggirarlo!
Altra caratteristica che è bene tenere in mente: la bici è più larga. Questo vuole dire che bisogna fare attenzione sia a non battere i pedali che il cambio.
In linea generale posso dire che la discesa tecnica è stata la parte che mi ha maggiormente sbalordito in senso positivo. Ero carico come un mulo, sella alta e nonostante questo ho potuto affrontare sentieri tecnici con relativa facilità. Le gommone offrono una sensazione di sicurezza che non avevo mai provato.
la discesa
In discesa c’è da prenderci la mano. Le ruote sgonfie non consentono una guida molto precisa con rapidi cambi di direzione, quando si trova un ostacolo meglio passarci sopra invece di aggirarlo!
Altra caratteristica che è bene tenere in mente: la bici è più larga. Questo vuole dire che bisogna fare attenzione sia a non battere i pedali che il cambio.
In linea generale posso dire che la discesa tecnica è stata la parte che mi ha maggiormente sbalordito in senso positivo. Ero carico come un mulo, sella alta e nonostante questo ho potuto affrontare sentieri tecnici con relativa facilità. Le gommone offrono una sensazione di sicurezza che non avevo mai provato.
Fat bike e bikepacking un’accoppiata vincente
Queste le caratteristiche salienti dell’abbinata:
- possibilità di montare una forca rigida limitando quindi la manutenzione e le possibili rotture;
- possibilità di carico maggiore sull’anteriore;
- eliminazione del problema dello sfregamento della borsa anteriore quando la forcella ammortizza;
- la borsa centrale, considerato il movimento centrale più largo, è più larga e quindi con maggiore capacità di carico;
- possibilità di affrontare itinerari off-road di qualsiasi genere: sabbia, neve e sterrati tecnici;
- riduzione dei problemi al fondo schiena visto l’ottimo confort sul sellino.
Controindicazioni
Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica e ci sono anche delle note dolenti.
La prima è – solo per alcuni – la difficoltà nella pedalata prolungata con il movimento centrale “largo”, mentre la seconda è la maggiore fatica causata dal peso tutto concentrato sulle masse rotanti. Perchè la fatbike è figa si, ma ci si stanca parecchio nel pedalarla e quindi bisogna che il suo utilizzo sia giustificato dal tipo di terreno affrontato. Il problema del peso delle masse rotanti può essere risolto parzialmente montando un paio di cerchi in carbonio anche se, almeno per il momento, hanno dei prezzi veramente importanti.