Tra Navarra e Paesi Baschi ecco il video e il report di Renaud Skyronka
Di seguito il report di Renaud Skyronka:
Dopo un’epica Torino-Nizza dell’anno scorso, quest’anno abbiamo scelto di partire alla scoperta dei Paesi Baschi e della Navarra. Montagna. Deserto. Mare. Tre elementi che hanno reso unica l’avventura spagnola.
Partenza da Hendaye per compiere un anello di 700 km passando prima per i passi Pirenaici per poi scendere dritti a sud verso il deserto Bardenas Reales nel centro della Navarra. Poi ritornare a nord in direzione del Parco Naturale di Urbasa-Andia che ci ha dato accesso ai Paesi Baschi. Infine abbiamo raggiunto l’oceano vicino a Bilbao per ritornare a Hendaye lungo la costa.
Parte prima: la montagna
Per cominciare il nostro giro in Spagna abbiamo deciso di iniziare con la fetta più grande della torta: i Pirenei occidentali. Dopo un inizio particolarmente rock’n’roll avendo preso il trail di lunga percorrenza #10 attraverso le montagne, zone rocciose senza sentiero, dovendo superare 1000 metri di dislivello in 7 km. Abbiamo pedalato lungo il confine francese-spagnolo per una cinquantina di km completamente immersi nella natura. E’ stato qui dove il gravel ha realizzato la sua piena dimensione. Abbiamo goduto dei verdi panorami.
Il secondo giorno abbiamo toccato il punto più a sud, per raggiungere il cuore della Navarra. Uno stop a Pamplona è stato necessario per alcune riparazioni essenziali: una catena per Louis e un collarino reggisella per Alexis. Due riparazioni da 10 euro che avrebbero ben potuto rovinare il viaggio! Deserto delle Bardenas stiamo arrivando!
Parte seconda: il deserto
L’obiettivo principale di questo viaggio era: pedalare nel deserto! Il deserto delle Bardenas è famoso per le sue piste che attraversano incredibili concrezioni di rocce. Vi siamo arrivati con un piacevole vento a favore, attraversando una prima zona gravel davvero piacevole. Eravamo tutti quanti al top, tutti quanti eccitati al solo pensiero di stare recitando in un film di Sergio Leone!
Piccolo stop in un villaggio che si stava preparando per il feria, giusto il tempo di riempire borracce! Abbiamo beneficiato di una anomalia meteorologica che ci ha permesso di percorrere queste piste ad una temperatura di 20° al posto dei 40° che sono soliti in questo periodo dell’anno. Che piacere! Dopo la prima parte del giorno in modalità “turista” abbiamo lasciato le piste più battute per perderci nella parte a sud del deserto, dove solitamente nessuno va. Eravamo assolutamente i soli al mondo. Ed è esattamente per questo motivoche lo abbiamo fatto. La luce era stupenda, abbiamo affrontato alcune ripide discese con pendenze vicine al 20%. Abbiamo fissato il campo per la notte, montando le nostre tende vicino alla traccia, giusto in tempo per il tramonto e un meritato aperitivo! Un momento notevole che ricorderemo a lungo. La notte è stata rigida.
Parte terza: l’oceano
Abbiamo pianificato di raggiungere l’oceano a Bilbao passando attraverso la parte montagnosa dei Paesi Baschi. Quella che poteva essere una parte semplice si è in realtà rivelata molto più complicata del previsto. Il problema maggiore è stato il vento. Lo stesso che ci ha sospinto verso sud ora ci soffia in piena faccia. Maledetto vento contrario! Per una intera giornata abbiamo dovuto subire raffiche maledette, da diventare matti, mentre stavamo cercando di ritornare a ovest. Un giorno con 110 km di pianura abbastanza gradevole, ma necessaria per raggiungere i Paesi Baschi. Dopo una notte in un parco, pochi metri da una festa di paese, abbiamo ripreso la strada per il parco nazionale di Urabasa. Un gioiello della natura da preservare. Per raggiungerlo abbiamo affrontato una lunga salita, durante la quale la temperatura è scesa fino a 10 gradi. Poi ha iniziato a piovere. Abbiamo passato l’intero giorno sotto la pioggia, bagnati, immersi in paesaggi che assomigliavano alle vallate scozzesi. Cavalli ovunque. La sera abbiamo campeggiato vicino a un lago, godendoci il ritorno del sole. Gambe pesanti, tutti i nostri bagagli inzuppati. Questo è stato l’ultimo giorno di Antoine. Ci ha lasciati la mattina successiva per rientrare in Francia, dopo una inaspettata scoperta del mattino: il suo deragliatore posteriore era completamente staccato dal telaio della sua bici. Una riparazione di fortuna gli ha permesso di raggiungere in tempo la stazione dei treni.
Il giorno successivo è stato il giorno dell’oceano! Il tempo è migliorato, la strada forestale ci ha portato a Vitoria-Gasteiz, Guernica, e poi Lequeitio, dove abbiamo raggiunto una spiaggia affollata. Quello che sarebbe dovuto essere un passaggio non troppo duro, si è rivelato il più mortale del viaggio! 2300 metri di dislivello su strade sterrate, dove ogni chilometro ne vale almeno tre. Veramente duro! Costeggiando l’oeano abbiamo raggiunto Zarautz dove abbiamo mangiato un pizza veramente buona dopo aver passato dieci ore in sella. La ricerca di un posto dover poter bivaccare è stata piuttosto incredibile. Lo abbiamo fatto la notte, alla luce delle nostre frontali. Ci siamo accampati in un belvedere, di fronte al mare. Il risveglio la mattina successiva è stato memorabile. Nebbia mattutina, vista panoramica e il suono dell’infrangersi delle onde.
L’ultimo giorno del viaggio ci ha riportato a Hendaye, esattamente dove siamo partiti, per completare l’anello.
Renaud Skyronka
Il film è stato girato con una Sony RX100 mkIV, GoPro 4, DJI Spark
le foto sono al 100% analogiche scattate con Mamiya 7, Yashica T4, Nikon FM2, Contax T2, Konica BigMini, su pellicole Kodak e Fuji. La foto di copertina è di Julien Sommier.