Cos’è che mi ha colpito di più di questo Tuscany Trail?
Certamente la condivisione, il fatto di essere in 5000 persone, tutte appassionate della stessa cosa, cioè la bici in tutte le sue sfaccettature. Tutti eravamo lì con l’obiettivo di infangarci, sporcarci, metterci alla prova e cercare di scoprire cosa vuol dire per noi l’avventura.
E secondo me l’abbiamo proprio scoperto, fin dal primo giorno. Il tempo, che per certi versi è stato inclemente nel pomeriggio, ci ha fatto adattare a ciò che stavamo vivendo, ci ha fatto prendere in considerazione che dovevamo pedalare anche con la pioggia. Eh si, proprio così.
E vi dirò, per certi versi è stato molto meglio, visto che io ho fatto il Tuscany Trail anche l’anno scorso e il sole era veramente massacrante. Ti stordiva il caldo in certi punti.
La cosa bella è proprio mettere alla prova se stessi, nelle salite, nelle discese e nei punti che magari possono sembrare un pochino tecnici.
Non è una competizione contro qualcun altro, ma una competizione contro se stessi, contro quello che si vuole dimostrare a se stessi. Punto.

"Tu non potrai più andare in bicicletta"
Questo vale sia in salita che in discesa. Il tuo obiettivo è farcela, farcela bene, farla in sella anche nei punti di fango, riuscire a stare in sella nonostante tutto, nonostante io pedali senza una gamba.
Vi voglio raccontare un aneddoto. Non appena persi la gamba, 13 anni fa, ero in ospedale e stavo parlando con un fisioterapista. Ad un certo punto mi disse “Tu non non potrai più andare in bicicletta.”
Io lasciai che questa cosa per sette anni mi condizionasse la vita. Gli credetti per sette lunghi anni. Poi a un certo punto della mia vita mi trovai di fronte a un negozio di bici e così per gioco, decisi di entrare nel negozio e di chiedere al negoziante se mi poteva far provare una
bicicletta e se mi poteva dare una mano per provarla.
Mi diede una mano e capii subito, dopo un metro, che io riuscivo a stare in bici in equilibrio senza alcun aiuto. Allora subito rientrai nel negozio, acquistai la mia prima bici e da lì è stato tutto un crescendo di emozioni e di scoperte.
Nuove scoperte e nuove avventure, appunto. Ma torniamo al Tuscany Trail.

Dormire bene all'addiaccio
La bellezza è stata nel fatto che abbiamo deciso di vivere questa avventura dormendo sempre all’addiaccio, quindi non sapendo ogni giorno dove avremmo dormito e questa cosa è stata veramente affascinante e il fatto di vivere un’avventura in piena regola era veramente una cosa che ci emozionava tantissimo. Passiamo la prima notte all’addiaccio e io dormo benissimo. Ma anche i miei compagni di viaggio se è per questo.
Al secondo giorno, facciamo grandissimi tratti di Francigena in mezzo al fango. Io il fango lo amo. Il fango è divertentissimo e molto sfidante. Ti permette di acquisire una tecnica sopraffina, perché devi imparare a distribuire bene l’equilibrio per poter fare in modo di progredire in maniera ottimale e evitare di cadere. Dopo un lunghissimo tratto di fango, abbiamo una grande sorpresa, una famiglia ha deciso di creare un luogo di ritrovo per tutti i pellegrini e i pedalatori che stanno percorrendo la Francigena in quelle calde ore. E quindi ci rifocciliamo, felici e contenti, per l’ospitalità ricevuta da questa splendida famiglia. Lasciamo anche un offerta per poter permettere alla famiglia di ospitare altri Pellegrini come noi.
Ora è tempo della famosa salita di Monteriggioni. Una salita spaccagambe, o gamba, che dir si voglia. Salita durissima e questa volta bagnata, fatta tutta in sella e poi via a vedere il centro di questo bellissimo borgo medioevale che sembra essere rimasto fermo nel 1600.

Felici nel fango
L’unica differenza è che ora i cavalli impazziti sono le nostre biciclette tutte sporche di fango. Ma sembra proprio di essere lì, nel medioevo con i menestrelli e le dame di corte. Silvia e Ale sono felicissimi, glielo leggo negli occhi, e anche io lo sono. Poi dalla Francigena passi a Siena e alle Crete senesi che ti meravigliano sempre ogni volta che le rivedi.
Ci stupiscono ogni volta con i loro colori, con i profumi e con i casali incastonati in questa bellezza naturale. Le vedi in primavera e sono verdeggianti e con una bellissima brezza che attraversa i prati ordinati. Le vedi in ottobre o in autunno, sono gialle, arancioni, rosse e il tutto si mescola sempre a dei tramonti mozzafiato.
Dopo il tramonto arriviamo in una locanda dei pellegrini, poco prima di Buonconvento. Ora ci aspetta il nostro meritato riposo. Una bella cenetta tipica toscana e una bella dormita sul nostro bel materassino nel parco del centro per i pellegrini. L’indomani partiamo molto emozionati.
La tappa di oggi ci porterà a vedere posti come Pienza e Bagno Vignoni. Borghi fantastici, incastonati nelle colline toscane.

Al traguardo
Pienza è un bellissimo balcone da cui si può ammirare tutta la Val d’orcia e il Monte Amiata. Bagno Vignoni è caratterizzato da pozze di acqua termale scavate nella roccia all’interno in cui si può fare il bagno. Facciamo un attraversamento di un guado che era stato vietato, ma lo facciamo non sapendo che sarebbe stato anche pericoloso. Ma per fortuna va tutto bene. Questo ci porta ad avere la sensazione di aver vissuto un avventura in piena regola!
Poi anche quella notte abbiamo dormito in un bellissimo posto, a Monteorsaio, in cui si domina tutte le colline, da un punto rialzato. Dormiamo e poi da lì partiamo per l’ultimo giorno. Ammetto che io l’ultimo giorno lo ho vissuto molto male, soprattutto la prima parte di giornata, perché mi sono svegliato con un grande mal di testa. Faccio tutta la mattinata a non aver più voglia di continuare questa avventura. Vorrei mollare. E di conseguenza faccio fatica a godermi le bellezze che ho attorno. Però ad un certo punto qualcosa in me cambia.
Dopo aver superato Follonica, incomincia un tratto di bellissimo single track. Mi emoziona da morire ed è come se io mi stessi risvegliando da un brutto sogno. È come se nella mia testa fosse cambiato qualcosa. Si vede che il cervello ha cominciato ad emettere delle sostanze positive che mi fanno dimenticare tutte le sensazioni negative che stavo provando. Poche ore prima volevo mollare tutto e ora torno a godermi appieno l’avventura. Anzi sono super felice.
Tra l’altro questa tappa sarà anche la più lunga. Mi sembra che abbiano fatto tra tutto 145 chilometri e vi giuro che l’emozione nell’arrivare al traguardo con Silvia e Alessandro è stata veramente indescrivibile. L’aiuto che entrambi mi hanno dato è stato veramente magico.

Come magico è stato l’aiuto da parte di un po’ tutti i partecipanti e degli organizzatori del Tuscany Trail.
Che dire.. spero di poterci essere anche l’anno venturo. Al prossimo Tuscany Trail. Perché è stato proprio bello. Provateci, credeteci, sognate perché vivere avventure di questo genere è troppo bello
