Servono i rulli di allenamento?
Quando si pensa ai rulli di allenamento un’immagine molto chiara appare in mente: un ciclista perfetto, con delle gambe...
Viaggiare equipaggiati con il minimo indispensabile per esplorare nuovi territori, che sia una notte o un mese intero
Sono la parte fondamentale per un’uscita di successo, cerchiamo di capire quali sono
e perchè
Rubrica a cura di BikepackingChef™ su come e cosa cucinare nei nostri viaggi.
Ricette, ingredienti e consigli.
Che cosa è necessario caricare nelle proprie borse per affrontare un viaggio di più giorni in perfetto stile bikepacking?
Sono tantissime le biciclette in commercio
e tutte abbastanza valide,
ma come fare a sceglierne una
rispetto ad un’altra?
Gli accessori sono veri e propri
compagni a cui ci affezioniamo.
Come puoi sapere se fanno al caso tuo?
Li abbiamo messi alla prova per te.
Lasciati ispirare e smetti di sognare,
prepara il necessario e gira anche tu il video del tuo prossimo viaggio
Vuoi pianificare il tuo prossimo viaggio ma non trovi le informazioni che vorresti sapere?
Cerca la tua destinazione fra i nostri racconti
Acquistare soluzioni già pronte è sicuramente
la migliore scelta, ma spesso purtroppo
non troviamo ciò che cerchiamo
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Se ci figuriamo in mente i viaggi in bici, molto probabilmente la prima immagine che ci viene è noi nella tenda. Non a caso è un simbolo del bikepacking e, dopo la bici stessa, forse l’elemento su cui più spendiamo tempo soppesandone le caratteristiche.
Spazio e peso sono i due assi fondamentali per le nostre scelte in bikepacking e la tenda, anche se ultra-mega-giga-light, sarò la cosa che sempre occuperà e peserà di più nel nostro kit.
Per questa ragione su giri di un weekend, o sempre per i più temerari, il bivy può essere un’opzione per salvare spazio e peso.
I bivy sono progettati per offrire un riparo minimo durante il campeggio in condizioni meteorologiche avverse, come pioggia, neve o vento. Di solito, un bivy è una struttura a sacco che avvolge il corpo del campeggiatore, mantenendo all’interno un ambiente asciutto e caldo.
La stoffa di cui è fatto il bivy è resistente alle intemperie, con i prodotti più moderni che offrono una protezione impermeabile e traspirante. Inoltre, la maggior parte dei bivy è dotata di un‘apertura per la testa che permette all’utilizzatore di osservare l’ambiente esterno ed eventualmente di una finestra trasparente per la ventilazione che consente di regolare la temperatura e l’umidità all’interno.
Alcuni bivy sono inoltre dotati di cinghie che possono essere utilizzate per fissarli al terreno o al sacco a pelo, assicurando che non si spostino durante la notte. Questi elementi aggiuntivi offrono una maggiore sicurezza e comfort al campeggiatore durante il riposo.
Il termine “bivy” deriva dalla contrazione di “bivouac sack”, che significa “sacco di bivacco”.
Il Kloke, prodotto da Alpkit, è un bivy leggero e impermeabile a 3 strati. Con un peso di soli 285 g, è una delle opzioni più leggere sul mercato, adatta per bivacchi alpini e bikepacking. Utilizza un tessuto di nylon ultrafine da 10 denier, che è unito alla membrana PU, offrendo un’eccellente traspirabilità (30k MVTR) e prevenendo la formazione di condensa.
La chiusura con zip è protetta da un’aletta esterna, ma è necessario lasciare uno spazio di aerazione di circa 15 cm. Il Kloke si ripiega in una dimensione minima di 20 x 12 cm e può essere utilizzato come rifugio di emergenza in caso di necessità. Ha un volume maggiore rispetto ad altri prodotti simili, permettendo l’utilizzo con un sacco a pelo 4 stagioni o alpino.
Abbiamo testato il Kloke in diverse situazioni, tra cui una notte all’aperto in primavera, un weekend invernale in Slovenia e Croazia e una volta in Francia alle pendici dell’Izoard.
Nella prima occasione, siamo stati sorpresi da una leggera pioggia primaverile e abbiamo potuto testare il fattore impermeabilità del Kloke, che ha funzionato bene: è stato strano sentire la pioggia picchiettare sulla nostra testa, dato che il bivy non ha archetti per creare “spazio” tra noi e il telo.
Nel secondo caso, le temperature erano estremamente rigide, arrivando fino a -5°C durante la notte. Abbiamo trovato un riparo dal vento in una fontana chiusa da una struttura di muri di sasso, abbiamo gonfiato il materassino, infilato il sacco a pelo e ci siamo preparati per la notte. Il sacco a pelo utilizzato arriva fino a -6°C.
In entrambi i casi, abbiamo chiuso il bivy durante la notte, lasciando un po’ di spazio per il ricambio d’aria. Abbiamo trascorso circa due ore chiusi nel sacco e al risveglio abbiamo trovato un po’ di condensa all’interno, ma niente di eccessivo. Il sacco a pelo e il nostro viso sono rimasti asciutti. La traspirabilità del Kloke c’è, ma non è magica: bisogna considerare che si creerà uno strato di leggera condensa durante la notte a causa del nostro respiro.
A livello di peso e dimensioni, il Kloke eccelle: se da aperto ha la stessa larghezza e lunghezza di un sacco a pelo, quando si chiude nella sua sacca diventa molto piccolo e pratico in qualsiasi sacca da bikepacking o zaino. Con meno di 300 grammi, il Kloke ci ha permesso di avere un assetto veramente minimal durante queste uscite.
Peso, spazio e utilizzo promuovono il Kloke di Alpkit quasi a pieni voti (a parte la condensa comunque formatesi) e stando sotto i 300 € potrebbe essere una buona aggiunta per togliere peso al nostro kit minimale.
Il bivy come esperienza però non è decisamente da tutti: rimane comunque il fatto che si dorme dentro a un sacco chiuso e chi è più prono alla claustrofobia è bene che rimanga dentro alla tenda.
Altro elemento da tenere in considerazione è che quando si è chiusi nel bivy si è sostanzialmente un sacco disteso per terra: ottimo per lo stealth camping, un po’ meno per i e le bikepackers in zone “affollate” come campeggi.
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