Un documentario che racconta l’avventura di Luigi Barilari, classe 1955, all’Iditarod Trail Invitational 2016.
Per chi non conoscesse questa gara si tratta di un percorso di 350 miglia nel cuore dell’Alaska in pieno inverno.
Si può leggere di Luigi Barilari “Sono un ciclista per passione, che ama mettersi alla prova e accettare sfide apparentemente “impossibili”.
Nel corso della mia vita, non mi sono mai soffermato troppo sui miei risultati o sulle gare portate a termine, ma ho sempre cercato nuovi stimoli, nuovi obiettivi da raggiungere.
La mia prima sfida, la prima impresa che sento di aver compiuto, è stata quella di riprendere in mano la bicicletta a 40 anni (dopo 13 di inattività) e di portare a termine, l’anno successivo, la Granfondo più famosa d’Italia, la Nove Colli.
Di lì in poi, è stato un continuo susseguirsi di traguardi raggiunti, con fatica e con passione: prima le Granfondo più importanti, come la Maratona delle Dolomiti e la Rimini-Viareggio, e il diploma di “Prestigioso”, conseguito per aver completato un circuito di 7 gare tra le più belle del panorama ciclistico italiano.
Poi il passaggio alle Randonnée, cioè a gare di resistenza molto più lunghe delle normali Granfondo dove non conta il piazzamento finale, ma solo riuscire ad arrivare al traguardo. Quelle che ricordo con più piacere sono la Sorrento-Tropea-Sorrento (la mia prima volta oltre i 1000 Km), la 1001 Miglia (che con i suoi 1660 Km è la più lunga d’Europa) e la più famosa e “blasonata” Parigi-Brest-Parigi (1260 Km).
Infine il capitolo più recente, quello dell’Ultra Cycling e delle “sfide impossibili”, che è culminato con la Race Across America, la gara di ciclismo endurance più lunga al mondo: una traversata coast-to-coast degli Stati Uniti, per un totale di 4800 Km, che ho portato a termine in 11 giorni e 20 ore.
Se mi chiedete perché faccio tutto questo, posso spiegarvelo con una semplice frase, che secondo me vale non solo per il ciclismo, ma per la vita in generale: “La soddisfazione pari alla fatica che fai”.
Quando arrivo al traguardo di una corsa sono completamente esausto e sfinito, ma provo una sensazione di gioia e di felicità talmente forte da essere difficilmente descrivibile a parole. Tutta la fatica che ho fatto, anche quella degli allenamenti di preparazione, è ripagata da quella sensazione.
Quello che mi spinge a provare sempre nuove sfide, a spingermi fino ai miei limiti fisici e psicologici, è proprio il desiderio di provare di nuovo quella sensazione.
Per questo ho deciso di alzare ancora l’asticella delle mie ambizioni, puntando ad un nuovo traguardo. Il mio prossimo obiettivo si chiama IDITAROD TRAIL INVITATIONAL: 1770 Km in sella a una mountain bike tra le nevi dell’Alaska, sugli stessi sentieri che, fino a pochi anni fa, erano percorsi solo da slitte trainate da cani.
Si tratta della gara ciclistica unanimemente riconosciuta come la più dura al mondo, non tanto per la lunghezza del percorso, quanto per le moltissime insidie che esso nasconde, oltre che per le temperature estremamente basse (si arriva fino a -40 °C!).“