I viaggi in bici hanno da 15 anni un problema in più: ricaricare le attrezzature: come farlo in unsupported?
Anche se siete amanti delle cartine geografiche, tra telefono, gps, luci e altro avrete bisogno di un modo per ricaricare le batterie dei vostri device.
Il powerbank, oltre alla normale “presa” a muro durante le soste, è l’unica soluzione vera, ma come sceglierlo?
Andiamo a vedere le caratteristiche tecniche dei powerbank e come ricaricali per fare una scelta ponderata.
Come scegliere un powerbank per un viaggio
Le caratteristiche principali dei powerbank:
Watt: è l’unità di misura della potenza cioè quanto consuma un dispositivo. Su tutti i device è segnata la potenza massima, quindi in realtà un dispositivo consumerà sempre meno di quanto c’è scritto (quindi non affidiamoci ciecamente alla durata espressa nel testo della descrizione del prodotto, ma proprio al wattaggio scritto sul retro).
In termini matematici è espresso dal prodotto di tensione e intensità, quindi W= V*A
Tensione: viene espressa in volt ed è la forza della corrente che (distribuita in maniera continua) serve al device per farlo funzionare.
Tipicamente quando attaccate una presa che ha meno Volt del telefono (quindi sotto ai 5V) non si ricarica. Per non danneggiare le batterie è sempre meglio utilizzare un powerbank con Volt uguali a quelli segnati sui vostri device.
Intensità: è espresso in Ampere ed è la quantità di energia che viene trasmessa. Determina, in pratica, quando ci mette un powerbank a ricaricare un device.
Milliampere-ora: sostanzialmente è quanta energia elettrica riesce ad immagazzinare il powerbank: la sua unità è mAh. Possiamo dire che esprime la “capacità” della batteria.
Ok, ora che ci siamo sorbiti questo elenco tecnico come facciamo a scegliere?
Prima diamo un occhio quanti Volt servono ai nostri device (non insieme) per funzionare e ricaricarsi.
Se il telefono ha bisogno di norma di 5 V, macchine fotografiche e luci potrebbero avere un fabbisogno minore. La tensione è importante per mantenere la batteria sana, ma non andare troppo in sbattimento: anche se è consigliato tenere uguale voltaggio, non puoi portarti dietro un powerbank diverso per ogni oggetto, quindi trova una media.
Dato che ricaricherai di più il telefono di tutte le altre cose, stai sui 5 V.
La intensità come abbiamo visto è un fatto più pratico: 2 A sono sufficienti. In commercio ci sono ormai tanti powerbank che promettono una ricarica più veloce: questa è determinata da un output con maggiore amperaggio.
Quanto grosso prenderlo? Il consiglio è di stare sopra i 20 000 mAh – dovrebbe bastare per ricaricare 4 volte, e forse anche qualcosa di più, un telefono.
Ricaricare: il pannello solare e la dinamo per i viaggi in bici
Ma come si ricarica il powerbank?
Lo spiegone di prima ci torna utile.
Anche il powerbank è un device con un input, cioè con un fabbisogno elettrico preciso. Se l’output di ricarica è troppo basso, ci metterà molto tempo a ricaricarsi, diventano semplicemente un bel mattoncino nelle nostre borse.
Come avrai intuito, dobbiamo quindi capire a che amperaggio il nostro pannello o dinamo funzionano.
Pannello solare
Da tempo ci sono tanti pannelli solari portatili a 2 o 3 fogli che potete inserire sopra la borsa posteriore o quella a manubrio. Abbiamo testato questa della Decathlon, che non è proprio una scheggia ma il suo lavoro lo fa.
Quanto grande serve che sia il pannello? Non tantissimo.
La superficie dei pannelli solari determinano solo il Wattaggio, cioè con quanta forza butta fuori l’energia, insieme al materiale: quelli in silicio monocristallino forniscono una maggiore potenza rispetto a quelli in silicio policristallino o amorfo.
Come capire quanto ci mette un pannello a ricaricare il powerbank?
Un pannello da 20W ha un amperaggio di 1,28 A (=1.280 mA).
Se la nostra batteria ha 20 000 mAh basta fare
20000 / 1280 = 15,6 (ore)
Tanto tempo no? Tieni da conto che però una giornata in viaggio si compone facilmente di 10 ore e quindi avrai quelle ore di esposizione al sole (d’estate). Non te lo ricaricherà tutto, ma ce la farai ad arrivare al prossimo punto di ricarica.
Costo: vario. Da Decathlon costa circa 40 € , il più quotato è quello della Anker, PowerPort Solar, che viene circa 80 €.

La dinamo per il bikepacking
Certo, ma se piove? O se è nuvoloso? Il tempo di ricarica tramite pannello aumenterà, perché gli arriveranno meno Watt dal sole.
Il mozzo dinamo non ha di questi problemi, perché crea energia elettrica dal movimento della tua ruota anteriore. Quindi, anche se proprio non vedi il sole per 4 giorni, avrai comunque energia elettrica. La dinamo viene utilizzata molto spesso per le luci, ma si può utilizzare, con un trasformatore, per generare elettricità da usare altrove – come ricaricare un powerbank.
Rifacciamo i nostri conti:
Più o meno tutte le dinamo richiedono un valore minimo di circa 2W per poter iniziare a ricaricare e possiamo stimare che devi pedalare a circa 13-14 km/h per poterla far partire.
La dinamo poi si deve collegare a un piccolo trasformatore che esprime una potenza di circa 5V a 500mA quindi:
20000(la capacità del powerbank)/500= 40 ore
Come vedi è veramente molto, però l’efficienza della dinamo sta nel fatto che a velocità più alte l’amperaggio aumenta e quindi la velocità di ricarica. L’ovvio vantaggio è che se anche è nuvoloso comunque stai producendo energia.
A livello di frizione e di rallentamento sono stati fatti molti studi e il rallentamento causato dalla dinamo a mozzo è veramente minimo.
Costi:
Il sistema dinamo + alimentatore ti verrà a costare sui 400-500 €.
Tu che sistema hai? Parlacene nei commenti qui sotto