A forza di suonare banali, nelle mezze stagioni come primavera e autunno è molto difficile vestirsi per andare in bici. Il tempo può variare in un momento, specialmente in montagna, con escursioni termiche importanti. E’ importante essere attrezzati a dovere per evitare di arrivare sudati in cima ad una salita, scendere e congelare – se non peggio.
In questo articolo andremo a vedere le strategie base per vestirsi in queste situazioni e i materiali consigliati per il nostro abbigliamento sportivo.
I Layers o “a cipolla”
La strategia base è quella di vestirsi a layers o, come diceva la nonna, a cipolla. Con temperature che oscillano dai 5 ai 15 gradi, come può accadere in primavera, è importante avere un baselayer comodo, traspirante e che regoli a dovere la temperatura del nostro corpo.
Il baselayer non è altro che “la maglietta della salute”, cioè il primo strato che va a contatto direttamente con la pelle del nostro corpo. I materiali più indicati sono la lana merino, il capilene e il Dryarn.
Se la lana è una favorita negli ultimi anni dai gravellisti, ha bisogno di estrema cura per mantenere le sue proprietà: troppo giri in lavatrice e perderà la componente di traspirazione del sudore. Questo risulterà nell’avere la maglia sempre bagnata.
Tieni a mente che le maglie sportive “in lana merino” non sono 100% lana merino: per la vestibilità e l’uso attivo che devono sopportare, sono composte da un’unione di fibre di lana merino e materiale plastico.
Materiali artificiali come il Dryarn hanno una trama tale che permette una traspirabilità maggiore e una resistenza all’uso e abuso tipica dei viaggi in bici.
Stiamo testando in questi mesi il Revolution di Northwave: nei giorni in cui fa un po’ più caldo ci si può mettere sopra direttamente la giacca a vento, in quelli più freddi tiene bene la temperatura.
Il secondo strato
Fatta “la base”, cosa ci mettiamo sopra? Dato che la strategia è essere traspiranti (e quindi non bagnati durante gli sforzi) ma mantenere allo stesso tempo un calore adeguato, bisogna scegliere con attenzione la jersey giusta.
Nel bikepacking stanno emergendo delle camice specifiche da ciclicismo, ma sono meglio per l’estate, facendo passare tutto il vento attraverso le aperture.
A seconda dei gusti, si può andare su una jersey classica da ciclismo in materiale artificiale o su un blend diverso. Non è neanche obbligatorio indossare vestiti aderenti: possiamo metterci una classica maglietta da MTB, con un taglio “regular”.
Il terzo strato
Lo shell esterno è molto importante perché ci protegge da vento e pioggia. Come sappiamo tutti, però, non c’è niente di peggio che farsi una salita o uno strappetto improvviso con sopra un antivento e arrivare in cima completamente fondi di sudore. Non è neanche pensabile fermarsi ogni 20 minuti a togliersi e mettersi la giacca però, quindi anche in questo caso la traspirabilità la fa da padrona. Sei sei nel “mondo bici” da un po’ sai che questa caratteristica è direttamente proporzionale al prezzo.
L'importanza dei piedi (e delle scarpe)
Pedalare con i piedi bagnati non è decisamente il massimo. Se ci aggiungi anche delle veloci discese ti ritrovi nell’inferno in terra – solo che è ghiacciato.
Prima dei calzini, le scarpe sono quello che fanno la differenza tra un viaggio confortevole e un’esperienza disastrosa. Come nei vestiti, ci sono tante filosofie, materiali, chiusure che oggi non andremo a toccare, ma ci focalizzeremo sui materiali.
Come per la nostra cipolla, anche per i piedi è fondamentale avere delle scarpe costruite a dovere: traspiranti, che bloccano il vento e respingano bene la pioggia.
C’è praticamente un unico materiale che spunta tutte le caselline, ed è il Gore-Tex.
Si tratta di un tessuto sintetico costituito da teflon microporoso e garantisce una triplice difesa, essendo in grado di rendere la scarpa impermeabile, resistente al vento e traspirante.
La membrana Gore-Tex è estremamente sottile ed è realizzata per impedire all’acqua presente all’esterno e al vento di penetrare, ma al tempo stesso permette al sudore di fuoriuscire.